Lunedì 8 febbraio sono scaduti i sei mesi dall’entrata in vigore del pacchetto sicurezza che ha istituito le ronde, anzi i “volontari per la sicurezza”. Entro quella data le associazioni già presenti per le strade e intenzionate a portare avanti l’attività di controllo del territorio avrebbero dovuto accreditarsi a un elenco tenuto da Prefettura e Comune. A Bergamo nessuno si è iscritto, nemmeno i Carabinieri in congedo, che già collaborano con l’amministrazione su altri fronti. «Per il momento – dice l’assessore alla Sicurezza Cristian Invernizzi – non c’è l’adesione di nessuna associazione ma credo che alla fine saranno due i gruppi a collaborare con noi, l’Associazione poliziotti italiani e l’Associazione paracadutisti». Se i tempi per l’entrata in funzione del servizio non è stata ancora definita, Palazzo Frizzoni ha le idee chiare sul quartiere della città su cui intervenire per primo. «Sicuramente – dice Invernizzi – si partirà dalla Malpensata, in particolare dalla zona del parco ma è tutto il quartiere ad averne bisogno. Inutile comunque per ora fissare delle date per l’avvio di questo servizio, meglio aspettare ma partire quando si è ben preparati».
Rondisti cercansi
È quello che pensa anche Stefano Memoli, presidente provinciale dell’Api, che però vede l’avvio delle ronde abbastanza vicino. «Entro 15 o 20 giorni – dice – saremo in grado di depositare la lista dei volontari in Prefettura. Lo faremo solo quando avremo un numero sufficiente di persone a disposizione e quando saremo pronti per un’immediata operatività». L’Api sta trovando qualche problema a mettere insieme un gruppo abbastanza numeroso di volontari. «A Bergamo – spiega Memoli – abbiamo circa 100 iscritti, in gran parte ex membri delle forze dell’ordine. Ancora però non abbiamo raggiunto il numero minimo, diciamo una decina di persone, che secondo la nostra esperienza è necessario per avviare questo tipo di attività. In effetti a Bergamo, non so perché, ci sono poche persone disponibili a fare i rondisti. C’è poi il fatto che vanno valutati i requisiti di ogni aspirante volontario, anche rispetto a quanto prescrive il decreto Maroni». Sull’attività che da qui a poche settimane i volontari dell’Api potrebbero svolgere Memoli si dice aperto alle richieste che arriveranno dall ’amministrazione comunale. Intanto individua i principali problemi di sicurezza della città: «La microcriminalità ma soprattutto i gruppi organizzati di stranieri dell’Est Europa specializzati nei furti, un tipo di reato che a Bergamo sta aumentando in modo davvero inquietante».
Obiettivo di Invernizzi partire dal quartiere, secondo Memoli (Api) è emergenza furti
Per ora a Bergamo non ci sono, potrebbero arrivare nel prossimo futuro ma di sicuro non si dedicherebbero alle ronde. «I City Angels sono una cosa diversa» precisa Mario Furlan, presidente e fondatore dell’associazione di volontari in maglietta rossa e basco blu nati nel 1994 a Milano ma ormai presenti in dieci città italiane. «Abbiamo avuto un contatto con l’assessore alla Sicurezza qualche mese fa -dice Furlan, riferendosi a Cristian Invernizzi -. Ma, detto che noi con le ronde non c’entriamo niente e infatti non ci siamo iscritti e non ci iscriveremo alle liste della Prefettura, la cosa poi a Bergamo non è decollata. In effetti in città abbiamo qualche volontario, ne servirebbero di più ma soprattutto quello che ci manca è un leader, un punto di riferimento locale che metta testa, cuore e tempo nell’associazione. Anzi, se qualche bergamasco è interessato a svolgere questo ruolo si faccia avanti». I City Angels sono volontari addestrati alle arti marziali e alla difesa personale ma si dedicano anche e soprattutto ad assistere chi vive nel disagio e ai margini della società, barboni, tossicodipendenti, anziani. «È qualcosa di diverso dalle ronde – dice Furlan -, la sicurezza non è il nostro unico ambito di lavoro, e poi i volontari per la sicurezza sono solo osservatori, noi se necessario interveniamo direttamente».
Tabaccai a lezione dai vigili contro i furti e le rapine. Accordo tra esercenti e Regione Lombardia
Nel 2009 i tabaccai lombardi hanno subito 118 furti e rapine. Per aumentare la sicurezza in questi negozi spesso bersagliati dalla criminalità la Regione e la Federazione italiana tabaccai hanno firmato un protocollo d’intesa. Gli esercenti prenderanno “lezioni di sicurezza” da agenti delle Polizie locali specializzati che insegneranno “i comportamenti da tenere per prevenire e reprimere i fenomeni criminali come furti e rapine”. «L’intesa – spiega l’assessore regionale alla Sicurezza Stefano Maullu – prevede uno scambio di informazioni tra la rete degli 8.000 tabaccai lombardi e la Regione su furti, rapine, estorsione e usura che prendono di mira questa attività commerciale ».
DNew 10.02.2010 Bergamo_Simone Bianco