Brescia, 30 nov. (TMNews) – I fondi della massicciata di alcuni tratti dell’autostrada Brescia-Bergamo-Milano (Brebemi, parte lesa nell’inchiesta) sono in costruzione su una base di rifiuti non trattati e scorie miscelate con materiale di demolizione. E’ quanto è emerso dall’indagine sul traffico e smaltimento illecito di rifiuti condotta dalla Dda di Brescia che oggi ha portato all’esecuzione di dieci ordinanze di custodia cautelare, una dei quali nei confronti del vicepresidente della Regione Lombardia, Franco Nicoli Cristiani. Al centro dell’inchiesta c’è il gruppo di aziende che fa capo all’imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli, anche lui arrestato oggi insieme con la moglie Aurietta Pace Rocca, con l’accusa di corruzione aggravata e traffico e smaltimento illecito di rifiuti (art. 260 de Testo unico delle normative sull’Ambiente). In estrema sintesi, secondo l’inchiesta, l’imprenditore invece di trattare e smaltire a norma di legge gli scarti pericolosi che le sue aziende ricevevano da diverse acciaierie lombarde, li faceva interrare nei cantieri della Brebemi di Cassano d’Adda (Milano) e Fara Olivana con Sola (Bergamo). “Il procedimento non è finito qui e ci saranno nuovi indagati” ha annunciato il Procuratore aggiunto di Brescia Fabio Salomone, nel corso di una conferenza stampa in Procura insieme con il Procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Maria Dell’Osso che, tessendo le lodi della “piccola” Dda bresciana (da poco portata da tre a quattro Pm) per questa inchiesta, ha parlato di un “malaffare contiguo alla criminalità organizzata, ricordando che è solo un luogo comune che il traffico illegale di rifiuti riguardi solo le Regioni del Sud”. Gli altri arrestati sono Giovanni Battista Pagani, factotum di Locatelli; Bartolomeo Beniamino Gregori che per il Gruppo Locatelli gestisce gli autisti, i viaggi e i mezzi di trasporto, Egidio Grechi, consulente ambientale della holding; Walter Rocca, responsabile dell’impianto di Calcinate (ora sotto darosequestro preventivo) sempre dello stesso gruppo; David Maria Oldrati titolare della “Terra Verde Srl” che ha svolto la consulenza ambientale sulla cava da trasformare in discarica a Cappella Cantone (Cremona) e il suo consulente Giorgio Obrandi. Oltre a Giuseppe Rotondaro, coordinatore degli staff della direzione generale di Arpa Lombardia, accusato di aver ricevuto una tangente di 10mila euro il 30 settembre scorso.
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