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Aboliamo le pellicce!!!

visoniCORTEO PER L’ABOLIZIONE ALLEVAMENTI ANIMALI DA PELLICCIA
DOMENICA 24 MARZO – CAPRALBA (CR)
 Concentramento ore 13.00 – Via Piave (altezza scuole elementari)
 Partenza corteo ore 14.00

La “bassa”  Bergamasca storicamente, è stata una terra in cui lo sfruttamento degli animali ha trovato, grazie ad una progettazione economica a senso unico ed all’indifferenza della sua popolazione, un grande impulso.
Gli allevamenti intensivi per la produzione della carne, latte e uova, hanno imposto in agricoltura le monocolture, le quali hanno progressivamente ridotto la biodiversità, favorendo la desertificazione, l’impoverimento di quel suolo e l’inquinamento delle sue acque.
Oggi, assistiamo ad una nuova frontiera di questa economia suicida, sadica e sanguinaria: la riconversione di un allevamento bovino, in uno destinato ad animali cosiddetti “da pelliccia”. I visoni.
Protagonista di questo progetto, che si presenta come un piano volto a risollevare l’economia locale, è la cascina San Rocco di Francesco Finetti, con sede ad Antegnate.
La crisi economica sembra essere un ottimo alibi per giustificare tutto, anche le iniziative più losche. Cosicché, sul nostro territorio si apriranno opportunità per affaristi ed investitori di un mercato che galleggia sopra un oceano di sangue.
Intanto, chi pubblicamente rivendica l’utilità di questo progetto, proponendolo come modello di sviluppo generalizzabile, ha un nome ed un ruolo ben definito. Si chiama Giovanni Boccù, ed è il leader dell’associazione “allevatori Italiani di visoni”, nonché titolare di un’azienda di Capralba, che rinchiude al suo interno 20mila visoni, prima di essere ammazzati e scuoiati.
Questi sono i nodi di una rete del malaffare, che si alimenta grazie al mondo della moda, all’industria della pubblicità e del marketing, veri e propri modelli educativi per persone, che arrivano a dissociarsi cognitivamente ed emotivamente dalla vera natura del prodotto che acquistano.
L’unica risposta a tali situazioni, è quella di non concedere nessun margine alla contrattazione, poiché gli standard consentiti da uno statuto legislativo contraddittorio sono ridicoli.
L’unica risposta auspicabile, rispetto allo sfruttamento animale e alla società del dominio, è la lotta per una società antispecista.
Garantire condizioni ambientali “migliori” (gabbie più ampie, vasche d’acqua, ecc..), manterrebbe inalterate la condizione di vita artificiali di questi poveri animali, prima incarcerati, poi condannati a morte per la vanità e meschinità dell’uomo.
Indipendentemente da ciò che il comune di Antegnate risponderà, promettiamo una mobilitazione costante contro il progetto dell’allevamento.
Ci opporremo inoltre, a tutte le attività analoghe, vigilando sul rischio che questo eventuale precedente possa realmente farsi tendenza.
Chiediamo alla popolazione locale di considerare le conseguenze di queste scelte scellerate: la contaminazione causata da sostanze chimiche utilizzate nell’allevamento e poi nella concia, le molestie olfattive, lo smaltimento delle sostanze organiche, gli effetti causati da una convivenza scomoda.
Chiediamo alla popolazione di unirsi alla protesta, per fermare sul nascere un’idea macabra, un ulteriore tassello di un grigio mosaico sempre più costellato di nocività.

Al comune di Antegnate chiediamo di considerare una progettazione ed un rilancio economico che partano da presupposti diversi, ispirati dalla cultura del rispetto della terra, degli animali e tra esseri umani.
Vogliamo una reale riqualificazione degli ambienti naturali e dei contesti urbani, un piano occupazionale e di sviluppo che si snoda a partire dal risanamento di un territorio avvelenato dall’industrializzazione, dall’agricoltura industriale, dalle speculazioni, dalla cementificazione.  Vogliamo percorsi educativi che mettano al centro la terra e non più l’uomo.
Per anni, “la colonna sonora” della “bassa” è stata un orribile motivo scandito dalle urla strazianti dei suini ammassati nelle porcilaie, piuttosto che delle mucche in batteria alle quali è stato sottratto il cucciolo. Ora nuove vittime sono pronte per aggiungersi al coro. Per quanto tempo ancora fingeremo di non sentirle?

Sabato 16 marzo, all’appuntamento organizzato dalle associazioni protezioniste per manifestare contro la proposta di riconversione dell’allevamento, si sono presentati attivisti del neo partito d’ispirazione fascista casapound (La foresta che avanza).
Rispetto alla loro meschinità e falsità, non avevamo certo bisogno di altre conferme. Tuttavia, approfittando della confusione a più livelli, che sta attraversando il movimento animalista, i neofascisti si giocano la carta dell’infiltrazione. Favoriti da una zona “grigia” che oggi ama definirsi apolitica, anche se occorrerebbe definire più realisticamente qualunquista, questo “nuovo” soggetto politico non perde occasione per creare ulteriore confusione, cercare legittimazione nella base sociale, facendo contemporaneamente l’occhiolino ai/alle potent* e sdoganare i suoi stereotipi.
Lottiamo contro lo sfruttamento e la sofferenza animale ed in egual misura contro la discriminazione nei confronti degli esseri umani. Riteniamo i due aspetti imprescindibili, poiché nascono da una medesima pulsione: l’abbattimento della società del dominio e della cultura della discriminazione di ordine razziale, sessuale, morale, di genere o di specie. Pertanto, nei prossimi appuntamenti, la presenza di gruppi o singoli appartenenti a tale area politica, non potrà che essere percepita come provocatoria ed è con intransigenza e decisione che risponderemo.

Animal liberation, human liberation!

NON SARA’ GRADITA LA PRESENZA DI PERSONE APPARTENENTI ALL’ESTREMA DESTRA, RAZZISTI, SESSISTI, SPECISTI.

Scarica qui il volantino

http://www.nemesianimale.net/eventi/corteo-capralba/

Posted in Comitato Liberazione Animale BG, Comunicati/volantini.

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