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Bergamo, morte sospetta in Psichiatria. Cinque medici rinviati a giudizio

L’ uomo fu bloccato perché inveiva a un comizio di Prodi Controversia Il pm aveva chiesto l’ archiviazione, ma la Procura generale di Brescia avocò

BERGAMO – Ci sono voluti cinque anni per scavalcare il muro di gomma che sino a ieri ha impedito di aprire la strada a un giusto processo. La tragica morte di Luigi Salvi, l’ uomo di 66 anni che nel 2005 morì nel reparto di psichiatria degli Ospedali Riuniti di Bergamo 24 ore dopo il ricovero in trattamento sanitario obbligatorio (Tso), approderà finalmente nell’ aula di un tribunale. Il gup Raffaella Mascarino ha rinviato a giudizio cinque medici con l’ accusa di omicidio colposo: avrebbero curato l’ uomo in modo inappropriato, tenendolo oltretutto legato al letto sino all’ ultimo istante di vita. É il risultato di una battaglia giudiziaria condotta dalla famiglia Salvi che, con l’ aiuto di tre avvocati di Milano, non si è mai voluta arrendere, continuando a chiedere giustizia. Tutto inizia una sera di settembre del 2005 quando Luigi Salvi, un uomo combattivo, polemico, sempre agitato ma senza problemi psichiatrici, va a un comizio di Prodi, in piazza Matteotti, e comincia a inveire. I carabinieri lo bloccano, lo portano in caserma poi chiamano un’ ambulanza. Al pronto soccorso viene disposto il Tso per «eccitamento maniacale grave». Salvi muore 24 ore dopo e dall’ autopsia emerge che l’ uomo era affetto da miocardiopatia sclero-ipertrofica (mai diagnosticata) sulla quale hanno inciso «elementi stressogeni» e i farmaci somministrati. Nel 2006, il pm Silvia Russo, sostenendo la tesi della morte accidentale, chiede e ottiene l’ archiviazione nonostante l’ opposizione della famiglia. Nel 2007 gli avvocati Stefano Bonacina, Enrica Domeneghetti e Piergiorgio Weiss presentano un esposto con il parere pro veritate di due docenti universitari che evidenziano le colpe dei medici. Niente da fare: il pm, dopo una consulenza medico legale, chiede ancora l’ archiviazione. La famiglia si oppone e si rivolge anche alla Procura generale di Brescia che, a sorpresa, decide per l’ avocazione. Il sostituto procuratore generale Nicoletta Omboni chiede una perizia in incidente probatorio, ma il gip rigetta l’ istanza. La richiesta viene riproposta in udienza (siamo ormai alla primavera del 2010) e questa volta è accolta. I periti del giudice confermano quanto sostenuto dai consulenti della famiglia e arriva il rinvio a giudizio. Nel processo che si aprirà il prossimo 31 marzo dovranno difendersi Antonio Pagliara, Giovanni Agudio, Grazia Angrisani, Laura Dagnino e Francesca Scarpellini, tutti medici del reparto di psichiatria che all’ epoca era diretto dal professor Massimo Biza, incaricato spesso di consulenze dalla Procura di Bergamo. Prosciolte invece le due dottoresse del pronto soccorso, Annunziata Lombardi e Carmela Pacifico, che chiesero il Tso. Secondo i giudici la decisione fu legittima. «Siamo soddisfatti – commenta l’ avvocato Bonacina – ma ci rendiamo conto che per ora abbiamo vinto solo una battaglia». Luigi Corvi RIPRODUZIONE RISERVATA **** Il caso 21.9. 2005, ore 22 Luigi Salvi, 66 anni, viene portato in ambulanza agli Ospedali Riuniti di Bergamo. Al pronto soccorso i medici chiedono il trattamento sanitario obbligatorio con il ricovero in psichiatria per «eccitamento manicale grave». Il dottor Antonio Pagliara dispone un ricovero forzato per sette giorni Ore 24 Viene avvertita la famiglia. 22.9, ore 8.30 del giorno dopo: Salvi telefona alla moglie. É tranquillo, ma dice che non vuole stare lì. Più tardi richiama: «Fai qualcosa – dice – le cose qui si mettono male». La moglie corre in ospedale, ma le dicono che non può vedere il marito perché dorme Ore 18 La donna torna in ospedale. Le dicono di andare a casa che è tutto a posto, ma lei insiste per vederlo. «Era solo nella stanza – ricorda – con addosso i vestiti del giorno prima. Quando mi ha visto ha fatto per tirarsi su come se volesse dirmi qualcosa ma dalla sua bocca uscivano solo rantoli» Ore 24 Luigi Salvi muore

Corvi Luigi (29 gennaio 2011) – Corriere della Sera

http://archiviostorico.corriere.it/2011/gennaio/29/Morte_sospetta_Psichiatria_Cinque_medici_co_7_110129039.shtml

Bergamo, morì in ospedale dopo un t.s.o.: cinque medici a giudizio per omicidio colposo

Cinque medici del reparto di Psichiatria degli Ospedali Riuniti di Bergamo sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo: è un caso riferito al 2005, quando Luigi Salvi, 66 anni, morì ai Riuniti 24 ore dopo essere stato ricoverato in regime di trattamento sanitario obbligatorio.

Non luogo a procedere per due dottoresse del 118, così come per un infermiere del reparto di Psichiaria. È l’esito dell’udienza preliminare presieduta venerdì 28 gennaio dal gup Raffaella Mascarino. Non c’era stata richiesta di nessun rito alternativo.

L’episodio risale al 21 settembre 2005: poco prima del comizio di Prodi, secondo quanto ricostruito, Salvi aveva dato in escandescenze. Era stato bloccato dai carabinieri e, a seguito appunto di un provvedimento di Tso firmato dall’assessore Carnevali, ricoverato nel reparto psichiatrico dei Riuniti.

Il giorno successivo il 66enne era però morto per arresto cardiaco. La famiglia aveva sporto denuncia, chiedendo di fare chiarezza sulle cause della morte, ed era stato aperto un fascicolo: il caso era stato archiviato una prima volta, quindi riaperto dopo un esposto dei familiari.

Quando la Procura stava per emettere una nuova richiesta di archiviazione, la Procura generale di Brescia ha preso in carico l’indagine, portandola avanti.

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/182421_riuniti_5_medici_del_reparto_psichiatria/

Posted in Coll. Antipsichiatrico, Notizie dai media.

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