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Quella sera a Milano era caldo…

Milano 12 dicembre 1969: la strage di Piazza Fontana e la morte di Giuseppe Pinelli, lavoratore anarchico.

Venerdi 25 Marzo 2016

Conferenza pubblica a Bergamo

presso la sala del Mutuo Soccorso, in via Zambonate n° 33

inizio ore 20.45

Volantino_Pinelli

La serata, intitolata “Quella sera a Milano era caldo” (verso iniziale di una nota canzone popolare dell’epoca) è dedicata principalmente alla vicenda umana e politica del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, nel contesto della strage di Piazza Fontana.

Una pagina di storia che periodicamente riaffiora alle cronache, la prima strage nella storia italiana dalla fine della Seconda guerra mondiale. Una vicenda che ancora oggi fa sentire le proprie conseguenze sulla scena politico-sociale.

Intervengono Claudia Pinelli, figlia di Giuseppe Pinelli, diventata suo malgrado esperta di stragismo e violenza di Stato, e Paolo Finzi, il più giovane dei fermati per la strage di piazza Fontana e dal 1971, redattore di “A-rivista anarchica”.

Una serata per aggiornarsi su una importante pagina di storia del nostro recente passato, le cui conseguenze hanno influito sulla vita dell’intero paese.

Contro la volontà dell’oblio delle gravissime responsabilità dirette di organi dello Stato, che mentre occultavano le responsabilità di militanti fascisti nell’organizzazione pianificata di molteplici attentati volti all’instaurare uno stato ancor più autoritario, riversavano le colpe sugli anarchici e più in generale sulla nascente nuova sinistra.

Ancora a tutt’oggi non si sono realmente attribuite le responsabilità di quelle indagini sbagliate, dei mandanti della strategia delle stragi, che ha insanguinato l’Italia per almeno un quindicennio, mentre si vorrebbe chiudere tutto equiparando la tragedia di Pinelli a quella del commissario che lo arrestò ingiustamente, Calabresi. Perfino la lapide in memoria di G. Pinelli in p.za Fontana a Milano non è ancora stata accettata…


Durante la serata verranno proiettati filmati sul tema della conferenza.

Vi aspettiamo numerosi.

Promuovono l’iniziativa:

Centro studi “Pier Carlo Masini”, Spazio Anarchico Underground

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SETTIMANA DI AGITAZIONE CONTRO LE TECNOSCIENZE

22/28 FEBBRAIO 2016

SETTIMANA DI AGITAZIONE IN TUTTA ITALIA CONTRO LE TECNOSCIENZE E IL MONDO CHE LE PRODUCE

SABATO 20 FEBBRAIO 2016

A BERGAMO

Underground Spazio Anarchico e Kollettivo Autonomo Popolare

organizzano presso Kascina Autogestita Popolare, via Ponchia 8, q.re Monterosso (Bg):

dalle 19.00 aperitivo e presentazione della settimana;

alle ore 20.00 cena benefit per il giornale ecologista anarchico “Urlo della terra”.

A seguire il film documentario “IL MONDO SECONDO MONSANTO” di Monique Robin con approfondimento sulla lotta alle tecnoscienze

www.resistenzealnanomondo.org

Il 26 febbraio, nell’ambito della settimana di mobilitazione, a Piacenza avrà luogo un

PRESIDIO CONTRO L’EFSA (Ente europeo di sicurezza alimentare).

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Occupare, resistere, produrre!

 

Sosteniamo la lotta della VIOME!

 INCONTRO CON I LAVORATORI DELLA COOPERATIVA CHE OCCUPANO ED AUTOGESTISCONO LA FABBRICA

VENERDI’ 5 FEBBRAIO

DALLE ORE 21

C/O KASCINA AUTOGESTITA POPOLARE

VIA PONCHIA 8, MONTEROSSO, BERGAMO

Prima: cena benefit dalle ore 20


La Vio.Me di Salonicco era una fabbrica di collanti per piastrelle, ma nel 2011, a seguito della bancarotta fraudolenta pilotata dai proprietari, chiude, lasciando per strada tutti i lavoratori.

Alcuni di loro però non si arrendono ad un destino di disoccupazione e precarietà e decidono di reagire: prima occupano la fabbrica per evitare che i macchinari vengano asportati e venduti e poi, dalla primavera del 2013, riprendono la produzione, gestendo l’azienda tramite una cooperativa e secondo i principi dell’autogestione.

Oggi, nella nuova Vio.Me non esistono capi, i salari (e le mansioni) sono gli stessi per tutti e l’assemblea dei lavoratori decide cosa e come produrre. Non si producono più collanti, ma saponi e detergenti ecologici a base di olio d’oliva ed erbe mediterranee, che vengono venduti direttamente dai lavoratori nei mercati delle auto-produzioni, fra le realtà solidali in Grecia e all’estero, e per corrispondenza, senza passare da intermediari commerciali.

La Vio.Me recuperata riceve fin da subito il sostegno degli abitanti di Salonicco (ma non dei partiti, neppure di quelli di sinistra, che al massimo si limitano ad appoggi verbali o a promesse elettorali mai mantenute) e ricambia la solidarietà, aprendo gli stabilimenti alle esigenze delle fasce più deboli della popolazione.

Oggi, all’interno della fabbrica è attivo un ambulatorio sociale che offre cure di base ai disoccupati privi di assistenza sanitaria, ai pensionati in difficoltà economica ed ai migranti. Proprio per sostenere i migranti, all’interno della Vio.Me è stato allestito un magazzino in cui vengono accumulati beni di prima necessità (coperte, vestiti, cibo in scatola…) da distribuire a chi si raccoglie tutti i giorni alla frontiera fra Grecia e Macedonia.

Questa esperienza autogestita e solidale è a rischio; i terreni su cui sorge la fabbrica, messi all’asta dal tribunale fallimentare, sono oggetto delle mire della speculazione edilizia per la costruzione di un centro commerciale. I lavoratori chiedono, invece, che i terreni siano assegnati alla cooperativa e che la loro situazione venga regolarizzata dal Governo.

Un lavoratore della cooperativa ci racconterà le vicende di questa straordinaria esperienza di lotta, aggiornandoci sulla situazione attuale. Nel corso della serata, sarà possibile fare un ordine dei prodotti che arriveranno a Bergamo verso metà febbraio.

Per informazioni, anche in italiano: www.viome.org

Scarica il volantino: Viome_flyer A4

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Anarchist Bookfair 2015: 17^ edizione 11-13 dicembre

PROGRAMMA

Venerdì 11 Dicembre

Ore 19.00
Apertura con aperitivo rinforzato
Ore 20.00
Barbara X presenta il libro “Jeanne 2. Avenue des destins”. Autoproduzione “DIY Resistance”
Ore 21.00
Presentazione del libro “Infilare una mano tra le gambe del destino” (ed. ASINAMALI) con l’autore Carmine Mangone, a seguire reading a due voci di Carmine Mangone e Roberto Belli.

Sabato 12 Dicembre

Ore 15.00
Apertura
Ore 16.00
Presentazione del fumetto di Jean-Pierre Ducret “Makhno. La rivoluzione russa in Ukraina” (ed. Archivio Germinal di Carrara). Presenti i/le compagn* della cooperativa tipolitografica “Il Seme” di Carrara che stampa il fumetto.
Ore 18.00
Giuseppe Bucalo presenta “Dizionario antipsichiatrico” (edizioni “Sicilia Punto L”) e ci parlerà della sua esperienza e dei progetti in corso in Sicilia.

Domenica 13 Dicembre

Ore 15.00
Apertura
Ore 16.00
Presentazione del fumetto “Come il colore della terra” (ed. Eris) con gli autori Nicola Gobbi e Marco Gastoni. Interverrà anche Annamaria Pontoglio del Comitato Chiapas “Maribel” di Bergamo, associazione di solidarietà e sostegno alla lotta zapatista.
Ore 17.00
Presentazione del libro “Utopia e azione. Per una storia dell’anarchismo in Italia (1488-1984)”, Ed. Elèuthera. Sarà presente l’auore Antonio Senta.
Ore 18.00
Video sul contributo degli anarchici turchi e kurdi alla rivoluzione del Rojava. Presenta l’autore, Giacomo Maria Sini, fotografo e militante anarchico, che spesso si è recato nel Kurdistan turco e siriano.

Durante la fiera sarà possibile vedere anche la sua mostra fotografica su Kobane.

*Cena*

Ore 21.00
Michela Zucca presenta “I tatuaggi della dea” (ed. Venexia)

editoria

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Aperitivo e concerto benefit PRO KOBANE

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In vista delle elezioni del primo novembre, mentre la Turchia continua ad attaccare le postazioni del PKK in Turchia ed Iraq ed a sostenere gli attacchi di ISIS contro le forze YPG/YPJ in Siria, vogliamo mantenere alta l’attenzione sulla questione kurda e sulla lotta di un popolo che sta mettendo in discussione tutti gli equilibri geopolitici della Mesopotamia e del Medioriente.

Ne parliamo con Talip Heval, compagno curdo che vive in Italia.

A seguire siamo lieti di ospitare, nella saletta del CSA Pacì Paciana, Mübin Dünen, cantautore curdo di fama internazionale che proporrà un repertorio di musica tradizionale curda e turca.

Venerdì 30 ottobre 2015

Aperitivo vegano benefit dalle ore 19.30

C/o il Centro Sociale Autogestito “Pacì Paciana”

Via Grumello 61, Bergamo

Evento curato da

Spazio Anarchico Underground & CSA Pacì Paciana

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Fra diagnosi e peccato

Giovedì 22 ottobre 2015, ore 21,00

c/o Kascina Autogestita Popolare

Via Ponchia 8

Bergamo (Quartiere Monterosso)

Chiara Gazzola presenta il suo libro “Fra diagnosi e peccato. La discriminazione secolare nella psichiatria e nella religione”. Parteciperà anche l’antropologa Michela Zucca.

Diagnosi_peccato_2

Un approfondimento del legame fra la disciplina psichiatrica e gli ambiti religiosi, che fa emergere la pianificata incoerenza fra gli intenti dichiarati e la prassi reale: l’amministrazione di un’esclusione sociale fondata sul controllo ed il profitto.
Il concetto di “norma comportamentale” viene utilizzato per sancire ogni devianza, declinandola sui peccati e sulle diagnosi.
Verranno illustrate le esperienze eccezionali di chi ha saputo resistere, di chi non ha accettato l’annientamento della propria volontà La volontà di ricostruire una memoria cancellata dai timbri maschili darà voce a un coro femminile che ridipingerà contesti storici e pensieri scomodi.

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Achtung Banditen! Marco Camenisch e l’ecologismo radicale

flyer camenischMarco Camenisch è in carcere da più di venti anni per aver attaccato con il sabotaggio l’industria nucleare. Nel 2011 non gli è stata accordata la libertà condizionale, come sarebbe invece previsto dalla legge svizzera per chi ha scontato i due terzi della pena. La sua colpa è quella di non aver mai rinnegato le proprie idee e le proprie azioni. Proprio per questo, allo scadere della pena nel 2018, rischia di subire un internamento a durata indeterminata e la diagnosi di criminale.

Noi lo vogliamo libero!

Parleremo della sua situazione e in generale dell’internamento e la psichiatrizzazione del crimine con Piero Tognoli, autore del libro “Achtung Banditen! Marco Camenisch e l’ecologismo radicale”

Al termine dell’incontro una cena benefit per Marco.

Sabato 17 ottobre, dalle ore 18,00

c/o Kascina Autogestita Popolare
Via Ponchia, 8
Bergamo (Quartiere Monterosso)

Scarica il volantino in formato .pdf

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DIGA DEL GLENO 1923… 2015?!? OPERAZIONE DI MARKETING!

Il sig. Bonomo M.B., oltre ad essere avvocato e ricoprire l’incarico protempore di sindaco nel comune di Colere, da appassionato di storia, ha pensato bene di divertirsi anch’eglli nel riscriverla per i propri tornaconti, utilizzando la vicenda del disastro del Gleno. Evidentemente alcuni pessimi insegnamenti di questi ultimi anni hanno fatto scuola; si prende un tema, si sfruttano materiali già scritti, qualche diceria, qualche carta lasciata in giro da investigatori da metodi opachi abituati a tessere trame indicibili, per assemblare un nuovo libro che crei clamore, in modo da riuscire ad ottenere almeno due obiettivi: quello economico e quello politico.

Spararle grosse, se si hanno appoggi giornalistici, aiuta a catalizzare l’attenzione di molti possibili acquirenti, a vendere più copie dei propri libri, a raggranellare più soldi e soprattutto a screditare i propri avversari politici, spargendo fango fatto di falsità e dicerie.

Sull’Eco di Bergamo del 23-9-15 ecco così un’intera pagina dedicata alla possibile uscita di questo nuovo libro che rivelerà una verità sconvolgente sulla vera causa del crollo della diga del Gleno; il giornalista Cattaneo F. offre la propria opera divulgativa, Bonomo appare come un nuovo indagatore dell’ignoto, segugio dalle capacità multidisciplinari, che arriva a scoprire che la diga non crollò per difetti costruttivi e “progettuali”, ma fu distrutta, attenzione, attenzione, da un attentato dinamitardo dei cattivissimi anarchici!! presumiamo dell’epoca, non sia mai che con le nuove teorie sui viaggi temporali… abbia anche scoperto sotto quali nuove spoglie di altri anarchici si siano ripresentati!! Accidenti, chi costruì la diga ai tempi, non riuscì a scaricare le proprie responsabilità addosso ad altri, ecco che arriva il Bonomo – un secolo dopo – ci pensa lui a trovare i responsabili, le motivazioni del misfatto e magari spera anche nella riconoscenza degli eredi dei vecchi proprietari, per aver rimesso a posto per benino tutte le cose e perchè no, magari anche a fare da apripista alla costruzione di una nuova diga del Gleno; insomma un piccolo condottiero che farà vedere cosa sa fare…

Don Spada ex direttore de L’Eco di Bergamo, nato in Val di Scalve, pensiamo non si sarebbe mai prestato ad una operazioncina di marketing di tale bassezza, perchè come valligiano doveva conoscere bene il dramma che era realmente successo e non avrebbe mai pubblicato un articolo di tale fattezza e comunque mai con tanto spazio ed enfatizzato a priori una responsabilità politica così specifica senza prove sostanziose…

I fatti ci dicono che nel 1927, in piena epoca fascista, un processo condannò uno dei proprietari dell’impresa costruttrice della diga ed il progettista della stessa a circa 4 anni di carcere subito però condonati. La magistratura e con tutta probabilità il regime fascista, decise così di stendere un velo pietoso su quello che avevano combinato. Se fossero stati veramente degli anarchici a causare il crollo della diga, il fascismo avrebbe sicuramente rincarato la dose, strumentalizzando ancor più, di quello che già fece all’epoca, l’attività degli oppositori politici. Le responsabilità del proprietario sig. Viganò e del progettista Santangelo erano così palesi, che creare falsi responsabili di comodo, rischiava di scatenare la rabbia di migliaia di bergamaschi e non solo, che avevano visto costruire una diga con un progetto ingegneristico discutibile anche per l’epoca, si tenga in evidenza che la diga era nata progettualmente come una del tipo a gravità poi modificata con procedure fraudolente in una diga con struttura ad archi multipli, ma soprattutto molti sapevano che la realizzazione edilizia era stata scadente, causa le pressioni dei proprietari nel far presto e per risparmiare, tanto che tutt’oggi se ne rilevano sul posto le plateali magagne, infatti l’esito fu la tragedia del Gleno!

Ricordiamo alcuni passaggi cruciali della vicenda.

22 ottobre 1923: il bacino idrico si riempie interamente a seguito di abbondanti piogge. Circa 12 metri cubi di acqua al secondo si scaricano dagli sfioratori, la pressione dei getti batte con forza contro lo spigolo dei piloni di fondo, asportando molto materiale accumulato.

24 ottobre 1923: l’ingegnere capo del Genio Civile sig. Lombardi si reca al cantiere della diga per verificare la situazione, in particolare le infiltrazioni d’acqua.

29 novembre 1923: l’ing. Conti si reca in visita alla diga perchè le perdite d’acqua dalla stessa aumentano.

1 dicembre 1923: alle 6.30 il guardiano della diga sig. Morzenti, nel percorrere una passerella avverte un moto sussultorio violento; alle ore 7.15 avviene il crollo della diga. Le testimonianze escludono che vi siano stati movimenti sismici, atti violenti o attentati. Alle 7,30 l’ondata creatasi con il crollo raggiunge la borgata di Dezzo spazzandola via.

30 dicembre 1923: il Procuratore del re incrimina per omicidio colposo, di circa 500 persone e per altri reati, la famiglia Viganò proprietaria della diga ed il suo progettista.

6 gennaio 1924: viene ordinato il sequestro dei beni della famiglia Viganò e del progettista.

5 maggio 1925: inizia il processo, ma viene più volte rinviato a ruolo per accertamenti tecnici.

4 luglio 1927: Termina il processo con una sentenza che condanna con chiarezza i proprietari ed il progettista, ma con pene decisamente lievi, tanto che subentra subito il condono.

Il tentativo già all’epoca messo in opera dalla difesa dei proprietari, di sviarne le responsabilità, balenando la tesi di un possibile attentato dinamitardo, viene imbastito prendendo spunto da dichiarazioni di un detenuto nel carcere di Cremona, che alluse a non precisati anarchici che avrebbero dovuto preparare una poderosa esplosione alla base della diga. Purtroppo si sa bene o si dovrebbe saper bene, quanto sia facile ricattare persone detenute… Inoltre tutta la preparazione, compreso il trasporto di un necessario alto quantitativo di esplosivo, sarebbe avvenuto senza che guardiani, operai o altri si avvedessero di nulla! Evidentemente neanche l’accusa dell’epoca si era fatta abbindolare dai maneggi degli avvocati difensori!

Sia all’epoca, sia purtroppo oggi, nell’articolaccio del sig. Cattaneo F. si punta a svilire, guarda il caso, le testimonianze proprio del testimone principale, il guardiano Morzenti, che di esplosioni non ne ha sentite, ma che invece testimoniò, per esempio, sulla scarsa qualità della malta cementizia, della sabbia e della ghiaia, disse anche che la calce fu usata in modo unico e esclusivo, nella costruzione del basamento della diga, sul quale vennero poi impostati i piloni ad archi multipli; detta calce in quella muratura del basamento si vede spappolarsi come farina. Il ferro era in parte nuovo, in parte arrugginito e residuo di guerra, sul quale il cemento non faceva presa. Esclude che i ferri delle armature possano essere stati tagliati. Asserisce che il calcestruzzo veniva gettato senza compressione.

Man mano che l’altezza della diga saliva, anche il livello dell’acqua nel bacino veniva innalzato, causando aumenti notevoli di infiltrazioni d’acqua alla base della diga. Anche il tentativo di turare le falle venne svolto in modo a dir poco approssimativo, poichè il bacino idrico, per evidente interesse economico, non venne mai svuotato per permettere adeguate contromisure riparative. Infatti la diga crollò proprio dove alla base si erano verificate le maggiori fughe d’acqua! Tutti sapevano di questo serio problema tant’è che lo stesso Viganò si lasciò sfuggire che se crollava la diga sarebbe scappato in Svizzera…

Speriamo che una fra le più grandi tragedie civili italiane, che dovrebbe essere già stata ben studiata, non venga mai strumentalizzata per reinterpretare lo scontro sociale avvenuto all’inizio del 1900, che è comunque altra cosa.

Speriamo inoltre che a tale libro non venga dato nessun credito e pertanto non veda neanche la luce e nel malaugurato caso che ciò non avvenisse, venga lasciato al suo giusto destino di non essere acquistato e portato al macero; al suo autore auguriamo invece un felice futuro professionale d’avvocato in modo da lasciare ad altri più seri gli studi storici e la politica svolta eticamente.

Spazio anarchico Underground – Bergamo

Bergamo 01 ottobre 2015

P.S. Le notizie storiche sono state estrapolate in buona parte dal libro “L’acqua, la morte, la memoria. Il disastro del Gleno” a cura di Angelo Bendotti edito a cura della Comunità Montana di Scalve.

Scarica il comunicato in .pdf

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Cambiare tutto per non cambiare niente

DUE GIORNATE DI DIBATTITO APERTO SULL’ATTUALITÀ PSICHIATRICA ITALIANA, FRA VECCHIE E NUOVE FORME DI MANICOMIO

SABATO 3 OTTOBRE intervengono:
– Collettivo Antipsichiatrico A. ARTAUD Pisa sulla chiusura dei manicomi criminali e l’istituzione delle REMS (residenze esecuzione misure sicurezza);
– PIERO CIPRIANO psichiatra presso un SPDC di Roma e autore de “Il manicomio chimico” (Ed. Eleuthera).

Cena benefit Underground
a partire dalle 18:00

DOMENICA 4 OTTOBRE:
KALASHNIKOV collective (unplugged)
Ricco aperitivo
Proiezione di filmati e contributi a tema
a partire dalle 17:00

Per arrivare con i mezzi prendere il bus 6 in direzione San Colombano, oppure il 3 fino al capolinea (Ostello)

Antipsichiatria

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Se gli “immigrati” sono l’emergenza, la normalità è il razzismo?

la normalità-web

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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