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Achtung Banditen! Marco Camenisch e l’ecologismo radicale

flyer camenischMarco Camenisch è in carcere da più di venti anni per aver attaccato con il sabotaggio l’industria nucleare. Nel 2011 non gli è stata accordata la libertà condizionale, come sarebbe invece previsto dalla legge svizzera per chi ha scontato i due terzi della pena. La sua colpa è quella di non aver mai rinnegato le proprie idee e le proprie azioni. Proprio per questo, allo scadere della pena nel 2018, rischia di subire un internamento a durata indeterminata e la diagnosi di criminale.

Noi lo vogliamo libero!

Parleremo della sua situazione e in generale dell’internamento e la psichiatrizzazione del crimine con Piero Tognoli, autore del libro “Achtung Banditen! Marco Camenisch e l’ecologismo radicale”

Al termine dell’incontro una cena benefit per Marco.

Sabato 17 ottobre, dalle ore 18,00

c/o Kascina Autogestita Popolare
Via Ponchia, 8
Bergamo (Quartiere Monterosso)

Scarica il volantino in formato .pdf

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DIGA DEL GLENO 1923… 2015?!? OPERAZIONE DI MARKETING!

Il sig. Bonomo M.B., oltre ad essere avvocato e ricoprire l’incarico protempore di sindaco nel comune di Colere, da appassionato di storia, ha pensato bene di divertirsi anch’eglli nel riscriverla per i propri tornaconti, utilizzando la vicenda del disastro del Gleno. Evidentemente alcuni pessimi insegnamenti di questi ultimi anni hanno fatto scuola; si prende un tema, si sfruttano materiali già scritti, qualche diceria, qualche carta lasciata in giro da investigatori da metodi opachi abituati a tessere trame indicibili, per assemblare un nuovo libro che crei clamore, in modo da riuscire ad ottenere almeno due obiettivi: quello economico e quello politico.

Spararle grosse, se si hanno appoggi giornalistici, aiuta a catalizzare l’attenzione di molti possibili acquirenti, a vendere più copie dei propri libri, a raggranellare più soldi e soprattutto a screditare i propri avversari politici, spargendo fango fatto di falsità e dicerie.

Sull’Eco di Bergamo del 23-9-15 ecco così un’intera pagina dedicata alla possibile uscita di questo nuovo libro che rivelerà una verità sconvolgente sulla vera causa del crollo della diga del Gleno; il giornalista Cattaneo F. offre la propria opera divulgativa, Bonomo appare come un nuovo indagatore dell’ignoto, segugio dalle capacità multidisciplinari, che arriva a scoprire che la diga non crollò per difetti costruttivi e “progettuali”, ma fu distrutta, attenzione, attenzione, da un attentato dinamitardo dei cattivissimi anarchici!! presumiamo dell’epoca, non sia mai che con le nuove teorie sui viaggi temporali… abbia anche scoperto sotto quali nuove spoglie di altri anarchici si siano ripresentati!! Accidenti, chi costruì la diga ai tempi, non riuscì a scaricare le proprie responsabilità addosso ad altri, ecco che arriva il Bonomo – un secolo dopo – ci pensa lui a trovare i responsabili, le motivazioni del misfatto e magari spera anche nella riconoscenza degli eredi dei vecchi proprietari, per aver rimesso a posto per benino tutte le cose e perchè no, magari anche a fare da apripista alla costruzione di una nuova diga del Gleno; insomma un piccolo condottiero che farà vedere cosa sa fare…

Don Spada ex direttore de L’Eco di Bergamo, nato in Val di Scalve, pensiamo non si sarebbe mai prestato ad una operazioncina di marketing di tale bassezza, perchè come valligiano doveva conoscere bene il dramma che era realmente successo e non avrebbe mai pubblicato un articolo di tale fattezza e comunque mai con tanto spazio ed enfatizzato a priori una responsabilità politica così specifica senza prove sostanziose…

I fatti ci dicono che nel 1927, in piena epoca fascista, un processo condannò uno dei proprietari dell’impresa costruttrice della diga ed il progettista della stessa a circa 4 anni di carcere subito però condonati. La magistratura e con tutta probabilità il regime fascista, decise così di stendere un velo pietoso su quello che avevano combinato. Se fossero stati veramente degli anarchici a causare il crollo della diga, il fascismo avrebbe sicuramente rincarato la dose, strumentalizzando ancor più, di quello che già fece all’epoca, l’attività degli oppositori politici. Le responsabilità del proprietario sig. Viganò e del progettista Santangelo erano così palesi, che creare falsi responsabili di comodo, rischiava di scatenare la rabbia di migliaia di bergamaschi e non solo, che avevano visto costruire una diga con un progetto ingegneristico discutibile anche per l’epoca, si tenga in evidenza che la diga era nata progettualmente come una del tipo a gravità poi modificata con procedure fraudolente in una diga con struttura ad archi multipli, ma soprattutto molti sapevano che la realizzazione edilizia era stata scadente, causa le pressioni dei proprietari nel far presto e per risparmiare, tanto che tutt’oggi se ne rilevano sul posto le plateali magagne, infatti l’esito fu la tragedia del Gleno!

Ricordiamo alcuni passaggi cruciali della vicenda.

22 ottobre 1923: il bacino idrico si riempie interamente a seguito di abbondanti piogge. Circa 12 metri cubi di acqua al secondo si scaricano dagli sfioratori, la pressione dei getti batte con forza contro lo spigolo dei piloni di fondo, asportando molto materiale accumulato.

24 ottobre 1923: l’ingegnere capo del Genio Civile sig. Lombardi si reca al cantiere della diga per verificare la situazione, in particolare le infiltrazioni d’acqua.

29 novembre 1923: l’ing. Conti si reca in visita alla diga perchè le perdite d’acqua dalla stessa aumentano.

1 dicembre 1923: alle 6.30 il guardiano della diga sig. Morzenti, nel percorrere una passerella avverte un moto sussultorio violento; alle ore 7.15 avviene il crollo della diga. Le testimonianze escludono che vi siano stati movimenti sismici, atti violenti o attentati. Alle 7,30 l’ondata creatasi con il crollo raggiunge la borgata di Dezzo spazzandola via.

30 dicembre 1923: il Procuratore del re incrimina per omicidio colposo, di circa 500 persone e per altri reati, la famiglia Viganò proprietaria della diga ed il suo progettista.

6 gennaio 1924: viene ordinato il sequestro dei beni della famiglia Viganò e del progettista.

5 maggio 1925: inizia il processo, ma viene più volte rinviato a ruolo per accertamenti tecnici.

4 luglio 1927: Termina il processo con una sentenza che condanna con chiarezza i proprietari ed il progettista, ma con pene decisamente lievi, tanto che subentra subito il condono.

Il tentativo già all’epoca messo in opera dalla difesa dei proprietari, di sviarne le responsabilità, balenando la tesi di un possibile attentato dinamitardo, viene imbastito prendendo spunto da dichiarazioni di un detenuto nel carcere di Cremona, che alluse a non precisati anarchici che avrebbero dovuto preparare una poderosa esplosione alla base della diga. Purtroppo si sa bene o si dovrebbe saper bene, quanto sia facile ricattare persone detenute… Inoltre tutta la preparazione, compreso il trasporto di un necessario alto quantitativo di esplosivo, sarebbe avvenuto senza che guardiani, operai o altri si avvedessero di nulla! Evidentemente neanche l’accusa dell’epoca si era fatta abbindolare dai maneggi degli avvocati difensori!

Sia all’epoca, sia purtroppo oggi, nell’articolaccio del sig. Cattaneo F. si punta a svilire, guarda il caso, le testimonianze proprio del testimone principale, il guardiano Morzenti, che di esplosioni non ne ha sentite, ma che invece testimoniò, per esempio, sulla scarsa qualità della malta cementizia, della sabbia e della ghiaia, disse anche che la calce fu usata in modo unico e esclusivo, nella costruzione del basamento della diga, sul quale vennero poi impostati i piloni ad archi multipli; detta calce in quella muratura del basamento si vede spappolarsi come farina. Il ferro era in parte nuovo, in parte arrugginito e residuo di guerra, sul quale il cemento non faceva presa. Esclude che i ferri delle armature possano essere stati tagliati. Asserisce che il calcestruzzo veniva gettato senza compressione.

Man mano che l’altezza della diga saliva, anche il livello dell’acqua nel bacino veniva innalzato, causando aumenti notevoli di infiltrazioni d’acqua alla base della diga. Anche il tentativo di turare le falle venne svolto in modo a dir poco approssimativo, poichè il bacino idrico, per evidente interesse economico, non venne mai svuotato per permettere adeguate contromisure riparative. Infatti la diga crollò proprio dove alla base si erano verificate le maggiori fughe d’acqua! Tutti sapevano di questo serio problema tant’è che lo stesso Viganò si lasciò sfuggire che se crollava la diga sarebbe scappato in Svizzera…

Speriamo che una fra le più grandi tragedie civili italiane, che dovrebbe essere già stata ben studiata, non venga mai strumentalizzata per reinterpretare lo scontro sociale avvenuto all’inizio del 1900, che è comunque altra cosa.

Speriamo inoltre che a tale libro non venga dato nessun credito e pertanto non veda neanche la luce e nel malaugurato caso che ciò non avvenisse, venga lasciato al suo giusto destino di non essere acquistato e portato al macero; al suo autore auguriamo invece un felice futuro professionale d’avvocato in modo da lasciare ad altri più seri gli studi storici e la politica svolta eticamente.

Spazio anarchico Underground – Bergamo

Bergamo 01 ottobre 2015

P.S. Le notizie storiche sono state estrapolate in buona parte dal libro “L’acqua, la morte, la memoria. Il disastro del Gleno” a cura di Angelo Bendotti edito a cura della Comunità Montana di Scalve.

Scarica il comunicato in .pdf

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Cambiare tutto per non cambiare niente

DUE GIORNATE DI DIBATTITO APERTO SULL’ATTUALITÀ PSICHIATRICA ITALIANA, FRA VECCHIE E NUOVE FORME DI MANICOMIO

SABATO 3 OTTOBRE intervengono:
– Collettivo Antipsichiatrico A. ARTAUD Pisa sulla chiusura dei manicomi criminali e l’istituzione delle REMS (residenze esecuzione misure sicurezza);
– PIERO CIPRIANO psichiatra presso un SPDC di Roma e autore de “Il manicomio chimico” (Ed. Eleuthera).

Cena benefit Underground
a partire dalle 18:00

DOMENICA 4 OTTOBRE:
KALASHNIKOV collective (unplugged)
Ricco aperitivo
Proiezione di filmati e contributi a tema
a partire dalle 17:00

Per arrivare con i mezzi prendere il bus 6 in direzione San Colombano, oppure il 3 fino al capolinea (Ostello)

Antipsichiatria

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Se gli “immigrati” sono l’emergenza, la normalità è il razzismo?

la normalità-web

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Presidio di solidarietà alla rivoluzione in Kurdistan

Immagine Kobane

Domenica 26 luglio 2015

Piazza Vecchia (Bergamo Alta)

Dalle ore 16,00

Dopo il vile attentato di Suruc, è ancora più importante mostrare il nostro appoggio al popolo kurdo in lotta per la libertà.

Presidio informativo e di raccolta fondi in solidarietà alla Rivoluzione in Rojava.

Saranno insieme a noi divers* compagn* kurd* , con loro materiale informativo e la loro disponibilità a fornire informazioni e testimonianze dirette sulla situazione in Kurdistan (particolarmente la regione in Turchia).

Durante il presidio verrà distribuita documentazione sulla questione kurda e verranno raccolti fondi da destinare alle attività di ricostruzione della città di Kobane, per mesi assediata dalle milizie fasciste dello Stato Islamico.

Scarica il volantino che verrà distribuito in occasione del presidio: Perché_sosteniamo_la_rivoluzione_dei_Kurdi

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PIZZA REGICIDA… ricordando Gaetano Bresci

Bresci Nel maggio del 1898, a Milano, circa trecento persone vennero trucidate a cannonate dal generale Bava Beccaris, in occasione dei moti popolari provocati dall’aumento del prezzo della farina e del pane.

Per tale sanguinosa repressione Bava Beccaris ricevette la Croce di grande ufficiale dell’Ordine di Savoia direttamente da Umberto I (“per rimeritare il grande servizio che Ella rese alle istituzioni ed alla civiltà e perché Le attesti col mio affetto la riconoscenza mia e della Patria”) e venne nominato Senatore del Regno.

Il 29 luglio 1900 l’anarchico Gaetano Bresci, ritornato dagli Stati Uniti, giustiziò Umberto I, sparandogli tre colpi di pistola presso la Villa Reale di Monza.

Vogliamo ricordare ancora il nostro compagno, tutt* insieme, in una serata conviviale di autofinanziamento per il Collettivo Anarchico “Underground”; parte del ricavato sarà destinata ad iniziative di solidarietà e sostegno alla lotta ed alla rivoluzione dei Curdi, in particolare del Rojava.

29 luglio 2015, c/o Pizzeria “Alba”, Piazza Sant’Antonio, 4 – Loc. Lonno, Nembro, ore 20,00.

Quota di partecipazione: 15,00 Euro (5,00 per la pizza e un primo giro di bevande, 5,00 per Underground, 5,00 per il Rojava)

Per comunicare la propria presenza, scrivere a: underground@inventati.org

Scarica il volantino.

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IMMAGINI in/di MOVIMENTO-Bergamo punx e creature simili 1979/1986

Mostra fotografica a cura di Albino Bertuletti.

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“Questi 22 pannelli non vogliono essere solo un racconto fotografico – cronologico, ma le immagini vorrebbero/potrebbero rappresentare un tentativo iniziale di fornire uno strumento seppure “parziale” per :
la ricostruzione di una memoria storica che si sta perdendo e/o rimuovendo (disinformazione – assenza di conoscenze e di analisi rispetto alla storia precedente, e non solo di militanza) la comprensione di un Movimento e delle relative mobilitazioni che è riuscito a realizzare nella nostra città.
Ritengo importante che debbano essere messe a fuoco e “valorizzate storicamente” quelle iniziative che hanno caratterizzato gli anni’80 (in particolare il periodo che va dal 1983 al 1986) e che, nella nostra Provincia, hanno rappresentato le pratiche di un Movimento politico – culturale in cui erano confluite soggettività e “componenti militanti” varie, con percorsi personali storici e politici diversi:
– punk – anarchici – comitati di base per la pace – libertari – movimento ’70 e autonomi – verdi…”

Albino Bertuletti

Venerdì 5 Giugno apertura mostra dalle 19.00.

Ore 21.00 verrà presentato il libro “Crass-No love, no peace”-Stella*Nera in collaborazione con Edizioni Bruno Alpini, interverrà l’autore Marco Pandin

http://www.arivista.org/index.php?nr=387&pag=90.htm&key=crass

Sabato 6 Giugno dalle 18.00 film sul punk: Punx-creatività e rabbia (Shake Edizioni).

Ore 20.00 cena vegan a sottoscrizione, a seguire  American Hardcore-La storia del punk americano… (Shake Edizioni)

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“Noi fummo i ribelli, noi fummo i predoni…”

Presentazione del libro di Belgrado Pedrini “Noi fummo i ribelli, noi fummo i predoni…”  Schegge autobiografiche di uomini contro-Edizioni El Rùsac.

Venerdì 8 Maggio 2015 ore 21.30

c/o la Kascina Autogestita Popolare

Belgrado Pedrini (Carrara, 5 Maggio 1913 – Carrara, 11 Febbraio 1979) è stato un partigiano, anarchico, scrittore e poeta italiano, incarcerato per più di trent’anni nelle galere fasciste prima e democratiche poi per il suo rifiuto di ogni forma di potere.

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25 Aprile 2015 – Dalle montagne ai quartieri partigiane/i oggi come ieri!

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Solidarietà alla resistenza curda

Serata di approfondimento sul movimento di autodeterminazione del popolo curdo, la lotta contro il fondamentalismo islamico e il “Confederalismo democratico” come modello organizzativo di una società libertaria.

Saranno presenti alcun* compagn* della comunità curda di Milano, che ci aggiorneranno sulla situazione e porteranno esempi e testimonianze dirette sulle esperienze di autogestione ed emancipazione nel Rojava ed in molte altre aree del Kurdistan.

Sabato 28 febbraio 2015

Dalle 19,30 aperitivo & cena con raccolta fondi da destinare a campagne di appoggio alla lotta del popolo curdo.

Ore 21,00: inizio dell’incontro

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Scarica il volantino in formato .pdf: Volantino

Per scaricare materiale informativo sulla questione curda, clicca qui.

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