La Provincia vara il protocollo d’intesa. A maggio pronto il primo edificio
A due passi dall’aia dove per secoli le famiglie si sono radunate per ammazzare il maiale, sgranare le pannocchie e spaccare la legna arriverà un centro per lo studio dell’utilizzo delle nanotecnologie in agricoltura. Segno dei tempi che corrono più veloci delle tradizioni, o forse di un progresso del tutto inarrestabile, che trasformerà i cortili che Ermanno Olmi aveva ripreso nell’«Albero degli zoccoli». Castel Cerreto, frazione di Treviglio, non conta nemmeno 400 abitanti. A qualche centinaio di metri passerà la futura autostrada che collegherà Bergamo e Treviglio, ed è il luogo scelto per ospitare il progetto del parco agricolo tecnologico della Bassa Bergamasca in vista dell’Expo milanese del 2015.
Ieri pomeriggio la Giunta provinciale ha approvato il protocollo d’intesa per la promozione e l’ideazione di iniziative per lo sviluppo di un centro di ricerca sulle nanotecnologie e non resta che aspettare il termine dei lavori fissato per il 12 maggio per la ristrutturazione della casa padronale che ospiterà la sede del centro di ricerca. Così tra i casolari dove è nato il Batistì dell’Albero degli Zoccoli, si parlerà di tecniche di manipolazione della materia a livello dell’atomo e delle molecole per la fabbricazione di complementi nutritivi, piuttosto che per la trasformazione della carne e degli alimenti. Non si tratta di Ogm (Organismi geneticamente modificati) e un buon esempio per capire di che cosa si tratta è quanto avviene in Israele con l’irrigazione, non più con una roggia, ma a goccia, piuttosto che nella prevenzione dei parassiti sulle piante.
Argomenti che al Cerreto lasciano un pò spaesati: «Qui nessuno sa cosa sono le nanotecnologie – dice Franco Pilenga, il giovanotto dell’«Albero degli zoccoli» che cantava per la paura mentre rincasava la notte, ora presidente del comitato di frazione -. Si può fare tutto, basta però che le iniziative siano condivise dagli agricoltori e non calate dall’alto. Stiamo a vedere con la speranza che questa storia del parco e delle nanotecnologia non vada a beneficio solo della proprietà».
Ma perché proprio al Cerreto? «Qui noi siamo proprietari di 450 ettari di terreno e abbiamo circa una ventina di agricoltori affittuari – spiega Renato Ravasio, presidente della fondazione Istituti Educativi di Bergamo -. Abbiamo pensato di trasformare quest’area in una sorta di oasi dove i nostri operatori potranno continuare a produrre, sotto la supervisione di un centro di ricerca di alto livello. In quest’ottica abbiamo concepito il parco agricolo con la Provincia. Le nanotecnologie sono un qualcosa in più e rappresentano un’opportunità: proveremo a importare quanto già sperimentato in Israele e negli Stati Uniti e vedere di sviluppare queste ricerche in campo agricolo».
Francesco Cremonesi