Anche a Bergamo come in molte città europee, si sono svolti cortei di protesta contro le misure di austerità che governi e classe dirigente impongono alle classi sociali più deboli (cioè la maggioranza) in nome delle risoluzioni della crisi del capitalismo che pur non appartenendoci, condiziona pesantemente le nostre vite.
I concentramenti e i cortei in città sono stati almeno 4: infatti il modo poco deciso e blando di portare avanti la giornata di lotta da parte della CGIL (e cioè un brevissimo corteo di circa 400 metri con comizio finale in piazza Pontida) stava stretto a molt*.
Tre diversi cortei autorganizzati e spontanei si sono mossi per vie del centro paralizzando per ore il traffico cittadino e mandando in tilt le forze dell’ordine costrette ad inseguire i vari blocchi man mano che si venivano a creare. Qualche tensione si è creata davanti alla sede del’Italcementi, azienda produttrice di materiali da costruzione, quando un gruppo di ragazz* ha vergato scritte per denunciarne la collusione con grandi opere, mafia e speculazioni.
Altro momento di “tensione” si è avuto quando il corteo degli studenti medi è stato bloccato dai dirigenti della questura con uno schieramento di celere, in quanto avendo abbandonato il percorso autorizzato, stava percorrendo altre vie…A dar man forte agli studenti medi il corteo formato da universitari, lavoratori e precari che arrivando alle spalle della celere la costringeva a defilarsi e a far passare gli studenti!
A quel punto, il corteo venutosi a formare si è diretto verso il centro cittadino cacciando a più riprese alcuni funzionari della digos durante i loro goffi e provocatori tentativi di intrufolarsi tra i manifestanti.
Superato anche il tentativo di blocco che la polizia voleva effettuare nei pressi del palazzo comunale, il corteo si è dunque concluso nella piazza ormai deserta dove in precedenza si era svolto il comizio della CGIL dove, “conquistato” il palco, si sono alternati interventi, tutti con un comune determinatore, rilanciare la lotta!
Le notizie di incidenti, arresti e accanimento della repressione su chi era in strada a lottare per i propri diritti che arrivano dalle altre città come Brescia, Milano, Torino, Roma ma anche dalla Valsusa, non fanno altro che confermare l’attegiamento del potere politico che, sempre più asservito ai poteri forti della finanza mondiale decide di affrontare le lotte e il dissenso attraverso la repressione. Sempre più spesso le istanze sociali vengono presentate e gestite solo come questioni di ordine pubblico.
Libertà per tutt* le/gli arrestati del 14 Novembre!
Complicità con chi lotta in Valsusa, ancora una volta sotto attacco dallo stato!
Questo è solo l’inizio!