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Bergamo, comunicato stampa per processo ai compagni che contestarono Ferrara

Martedì 9 marzo si è tenuta al tribunale di  Bergamo  l’udienza di smistamento per il processo che coinvolge 20 compagne e compagni che dopo una giusta manifestazione di protesta, come si succedettero in tutta italia, contro la campagna elettorale antiabortista di Ferrara, hanno ricevuto un decreto penale di condanna (artt. 459 e segg. CPP), perchè "compivano atti idonei ad impedire o comunque turbare la suindicata riunione di propaganda elettorale".

Allora, chi provocava era Giuliano Ferrara, che favoriva un clima di allarmismo che ha portato persino ad un intervento della polizia al policlinico di Napoli per un supposto feticidio, quando di IVG si trattava, e che quelle proteste, da Bergamo a Milano, a Palermo, a Bologna, ecc., furono giustissime è dimostrato anche dal fatto che la lista fallì clamorosamente e Ferrara è sparito.
Per questo nella mattinata si è tenuta una conferenza stampa davanti al tribunale, anche per invitare alla mobilitazione in occasione della prima udienza che si terrà il 19 maggio alle ore 11.30.
Facciamo sentire forte la nostra denuncia e solidarietà in una regione che ha visto la crescita esponenziale dei medici obiettori di coscienza, l’installazione delle moderne ruote degli esposti in diversi ospedali, la macabra sepoltura dei feti…c’è proprio bisogno di una forte risposta delle donne.

COMUNICATO STAMPA
Il diritto d’aborto non si tocca!
A metà dicembre del 2007 una nuova campagna contro il diritto d’aborto viene lanciata, attraverso la trasmissione Otto e mezzo e, poi, su Il Foglio, da Giuliano Ferrara che, utilizzando la risoluzione per la moratoria sulla pena di morte, invoca la moratoria sull’aborto, da lui definito “lo scandalo supremo della nostra epoca” e considerato alla stregua di un omicidio.
Il 14/01/2008 al teatro da Verme riafferma che “l’aborto è un omicidio. Di più: che non esiste omicidio più perfetto dell’aborto”. Un gruppo di femministe reagisce al grido di “fascista, nazista, ignorante”.
In un crescendo continua la sua campagna arrivando ad indicare le donne – su Il Foglio- che hanno abortito o che intendono farlo come autrici di strage, di shoah, di soluzione finale; fino a farsi promotore della lista per le elezioni “Aborto? No grazie”.

Una campagna aggressiva, lesiva della dignità delle donne, della loro autodeterminazione, una campagna contro le donne.
E contro questa campagna a migliaia, in ogni città in cui Ferrara intendeva far comizi, non si è fatta attendere la risposta delle femministe, delle giovani, delle lavoratrici, spesso con il sostegno attivo di lavoratori, consapevoli dell’humus reazionario, di caccia alle streghe, con il seguito di ulteriori provvedimenti, peggioramento della condizione delle donne.
Da Bologna a Pescara, da Milano a Palermo, Crema, Roma, Bergamo…
A Bergamo, 20 compagne e compagni hanno ricevuto un decreto penale di condanna (artt. 459 e segg. CPP), perchè "…in concorso tra loro, tentando di entrare nell’auditorium di Bergamo. Ove era organizzato il comizio di Giuliano ferrara, leader della lista "Aborto? NO grazie" per le elezioni politiche del 2008, cercando di forzare il cordone di polizia e detenendo quattro uova, mezzo chilogrammi di pomodorino, due mele, due mandarini ed un’arancia… (sottolineamo l’assurda precisione della polizia!) all’evidente fine di lanciarli contro il relatore, compivano atti idonei ad impedire o comunque turbare la suindicata riunione di propaganda elettorale, non riuscendo nell’intendo solo per la ferma reazione delle forze di polizia. In bergamo il 6 aprile 2008…chiede l’emissione del decreto penale di condanna nei confronti di ciascun indagato, per la pena di euro 2485,00 di multa….".

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