Alle prossime elezioni (così come a tutte le altre) la nostra scelta è una sola: NON VOTARE.
Ogni governo, di destra o di sinistra che sia, per esistere ed operare, ha bisogno di un insieme di individui che scelgano, più o meno consapevolmente, di delegare le scelte riguardanti le proprie vite ad un ristretto numero di persone, la cosiddetta “classe politica”.
Le conseguenze di questa forma di governo, definita erroneamente democrazia (“governo del popolo”), sono sotto gli occhi di tutti.
DELEGARE I SERVIZI ha portato alla penalizzazione di quelli pubblici, sempre più costosi e meno efficienti, a favore di quelli privati, finanziati coi soldi dei contribuenti, ma inaccessibili a gran parte della popolazione.
DELEGARE LA GESTIONE DEL TERRITORIO ha significato lasciarlo in balia dei grandi speculatori che non hanno esitato a distruggerlo per costruire opere inutili e dannose (Pedemontana, BRE.BE.MI., IPB, TAV, …).
DELEGARE IL LAVORO ci ha condotti alla precarizzazione delle nostre vite, perennemente in bilico fra il bisogno di stabilità economica e lavori sempre meno sicuri e gratificanti.
DELEGARE I “DIRITTI” ci ha resi ancor più schiavi, portandoci persino a delegare il nostro dissenso ad entità parassitarie quali partiti e sindacati e permettendo l’esistenza di forze repressive da sguinzagliare qualora tale dissenso non si esprima nei modi concessi dal potere.
Votare significa legittimare la formazione dell’ennesimo governo che, al pari di ogni suo predecessore, non farà altro che perpetrare i ben noti crimini del potere: guerra, lager di stato (CIE e galere), sfruttamento, razzismo, sessimo, corruzione, repressione del dissenso, …
A fronte di tutto ciò, per sabotare gli ingranaggi della delega, cerchiamo di autogestire le nostre vite, scegliendo liberamente come impiegare il nostro tempo, costruendo rapporti interpersonali non più basati su gerarchie e forme di autorità, bensì sull’uguaglianza e la solidarietà reciproca.
L’astensionismo è desiderio di cambiamento, un cambiamento che non può avvenire fino a che continueremo a legittimare l’attuale stato delle cose!
Lottiamo affinchè la nostra vita non sia più ostaggio di uno stato e la felicità non sia solo il privilegio di pochi!
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