“Treviglio non è la città omofoba descritta da Canale 5 prima del gay pride. L’evento di sabato ci ha insegnato che le differenze sono una ricchezza. Se sarò ancora sindaco nel 2011 lo riaccoglierei tranquillamente”. Non usa mezzi termini il sindaco di Treviglio Ariella Borghi, del Partito Democratico, per commentare il Gay Pride
e il corteo finale di sabato 3 luglio, al quale ha partecipato
intervenendo anche al comizio finale. E non si scompone di fronte alle
polemiche della Lega Nord, in particolare del consigliere regionale Roberto Pedretti, che l’ha invitata a dimettersi per aver consentito l’organizzazione del Pride omosessuale nella città della Bassa.
“Di certe polemiche io non ho niente da dire –
commenta la Borghi -. Mi interessa soltanto aver visto con i miei
occhi, di persona, il lavoro culturale che è stato fatto in queste
settimane, che è stato di livello e di spessore, anche con iniziative
in piazza con i bambini. Ho apprezzato la manifestazione di sabato, che
ha avuto toni giusti, opportuni per sensibilizzare, di difesa delle
differenze e di diritti sacrosanti previsti dalla Costituzione
italiana. E io sto con il sostegno incondizionato di tutti i diritti”.
Il sindaco sottolinea di aver posizioni davvero diverse rispetto a chi
ha polemizzato: “Credo che oggi si debba parlare di famiglie e non di
famiglia. La società è diventata più complessa, se qualcuno non se n’è
accorto”.
Treviglio andrà alle elezioni nel 2011. Cinque anni fa
Ariella Borghi fece un mezzo miracolo al ballottaggio, sbaragliando un
centrodestra che si riteneva vincente con il sindaco uscente Giorgio
Zordan. “A luglio del 2011 – chiude il sindaco – le elezioni saranno
già passate. Se sarò ancora sindaco mi dimostrerò ancora disponibile ad
accogliere a Treviglio un evento come quello dell’ultima settimana. Le
differenze danno, non tolgono, e gli organizzatori del Pride ce l’hanno
dimostrato”.
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