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La manovra fa sbandare Brebemi

Maggiori imposte per 80 milioni con le nuove regole. Anche i conti di Pedemontana in bilico. L’ira delle società autostradali. Castelli: rimedieremo. Martina: «Si rischia lo stop ai cantieri»

Fabrizio Palenzona, presidente di Aiscat, l’associazione che raggruppa le concessionarie autostradali, non ha usato giri di parole: «È una c…». Parole forti per una manovra che «crea un danno grave ai risparmiatori oltre che al Paese, distruggendone lo sviluppo». E mettendo a serio rischio la realizzazione di Brebemi e Pedemontana.
Nel mirino c’è un passaggio della manovra del governo, quello che fissa all’1 per cento il tetto alla detrazione fiscale sugli ammortamenti. E nel suo intervento all’assemblea generale Aiscat, Palenzona si è rivolto direttamente al viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli, che rappresentava il governo: «Cosa andrete a dire adesso agli elettori della Lombardia ai quali avete detto che farete la Pedemontana e la Brebemi? Con quali soldi, quale banca vi finanzierà? Dove prenderanno i soldi tutti quelli che fanno project financing?».
Anche la Regione allarmata. Rilievi pesanti, che non devono aver colto di sorpresa il viceministro leghista: pare che tra i primi a far notare l’assurdità della norma ci sia stato il Pirellone, che ha avviato da subito contatti con i parlamentari lombardi del centrodestra.
Castelli stesso ha comunque ammesso che, effettivamente, così com’è, la norma è pericolosa: «È di tutta evidenza che nel medio e breve periodo non funziona». Ergo, si cercherà di rimediare (a questa ed altre cosucce) in sede di discussione parlamentare: «Ho fiducia che in Parlamento, in tutta serenità, valutando pro e contro, questo comma (il 10 dell’articolo 23 – ndr) si possa correggere, come già accaduto per molte norme. Metteremo in campo degli emendamenti, sono convinto riusciremo a metterla a posto».
I conti non tornano. In sostanza, limitare all’1 per cento la quota di ammortamenti deducibile fiscalmente, rischia di far saltare i (già complessi) piani economico-finanziari di queste opere. Prendiamo per esempio la Brebemi, la direttissima autostradale tra le province di Brescia, Bergamo e Milano attraverso la Bassa: le conseguenze sono una discesa del valore ammortizzabile dagli attuali 700 milioni a circa 380.
Il minore ammortamento nel corso della concessione (di 19 anni e 6 mesi) comporta il pagamento di maggiori imposte per circa 80 milioni di euro, il che ha immediate conseguenze sulla sostenibilità economica del progetto. Il rischio diventa quello di stravolgere le basi finanziarie sul quale posa l’opera, con gravi rischi per i cantieri già in corso. Per Brebemi, ma anche per Pedemontana e la Tangenziale Est esterna di Milano.
«Sono opere fondamentali» «Queste modifiche introdotte dalla manovra rischiano di alterare l’equilibrio economico delle concessioni» sottolinea Maurizio Martina, consigliere (e segretario regionale) del Pd: «Le imprese non potranno più dedurre il costo dell’opera, con l’effetto immediato di una revisione sostanziale dei piani finanziari dei progetti e l’inevitabile conseguenza di dover sospendere i cantieri».
Secondo Martina «per fare fronte a tutto ciò, un aumento significativo delle tariffe è praticamente una certezza: il modo con il quale il governo ha operato è incredibile: cambiare in corso d’opera le regole rischia di produrre conseguenze assai pesanti. Il mondo delle imprese così come quello degli enti locali ha già chiesto impegni precisi per la modifica di questa norma sciagurata. Il centrodestra faccia subito marcia indietro ed eviti di fare altri danni: diversamente si assumerebbe una responsabilità pesantissima che annullerebbe la possibilità di realizzare queste infrastrutture urgenti e necessarie per lo sviluppo del territorio».

Da L’Eco di Bergamo 10/07/2011

http://www.leganordbergamo.org/upload_crop/upload_pic/30524365_Brebemi.pdf

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