Blitz stavolta norrtuno della Bergamo antifascista che ha incatenato al cimitero sei manichini raffiguranti i fucilati di Gaiarine. Ecco il comunicato.
Padre Tam e uno sparuto drappello di nostalgici e teste rasate, a celebrare le gesta di un repubblichino, con saluti romani e invocazioni a Benito Mussolini. Il tutto al cimitero di Bergamo, sotto gli occhi attoniti di persone venute a trovare i propri cari. Succede oggi 11 settembre 2010 anche se i partecipanti al raduno nazifascista preferirebbero essere nel 1943, nel periodo della “gloriosa” (per loro) repubblica di Salò. Perchè la celebrazione di oggi non è tanto in memoria di Gino Lorenzi, volontario della battaglione “M” Romagna (M sta per Mussolini), quanto per compiere apologia della scelta che il Lorenzi ha compiuto in vita. Scelta che lo ha portato spontaneamente ad unirsi con chi combatteva per le camere a gas, con chi opprimeva, affamava e torturava il proprio popolo, con chi caricava la gente su vagoni piombati diretti nei campi di concentramento.
Ma soprattutto lo ha portato ad essere diretto responsabile della fucilazione di 6 civili innocenti, a Gaiarine(TV), il 6 aprile del 1945, per rappresaglia contro le azioni dei partigiani.
Un gesto da vero “eroe”: si è accanito contro la popolazione inerme, arrogandosi il diritto di decidere sulla condanna a morte di sei persone.
La vergognosa celebrazione del sedicente “padre” Tam (sospeso a divinis) è l’esaltazione convinta di questi comportamenti, l’anacronistica apologia di chi è stato giustamente sconfitto dalla Storia.
In questo il camerata sedicente religioso non è solo, se nel corso delgi ultimi anni si è arrivati all’assurdo dell’equiparazione tra nazifascisti e partigiani.
No, nazifascisti e partigiani non sono neanche lontanamente equiparabili. Basta ricordarne le azioni compiute in vita, andando al di là dell’ipocrita formula dei “tutti uguali di fronte alla morte”. Da un lato chi con i nazisti ha compiuto stragi e massacri e ha fatto sprofondare l’Italia in un baratro di vergogna, dall’altro chi ha compiuto una scelta d’amore, imbracciando le armi per liberare il proprio Paese dagli oppressori, tedeschi e italiani.
Per questo abbiamo deciso di venire incontro agli “smemorati” neofascisti nostrani, aiutandoli a ricordare incatenando, nel luogo delll’adunata, 6 manichini raffiguranti i fucilati di Gaiarine.
Perchè l’esaltazione di una scelta passa necessariamente per l’assunzione delle responsabilità che quest’ultima comporta.
Bergamo Antifascista
Nel ricordo dei 6 martiri di Gaiarine:
Davide Casaretto, nato a Genova il 10 marzo 1916
Onelio Dardengo, nato a Gaiarine il 2 luglio 1924
Antonino Minuto, nato a Reggio Calabria il 18 giugno 1905
Angelo Perin, nato a Gaiarine il 23 ottobre 1920
Placido Rosolen, nato a Gaiarine il 5 ottobre 1925
Rosario Tonon, nato a Gaiarine il 30 agosto 1920
Sabato 11 Settembre 2010
http://www.bergamonews.it/bergamo/articolo.php?id=30932