Clamorosa protesta in un cantiere edile di Stezzano: nella prima mattinata del 22 marzo tre fratelli egiziani,
poco più che ventenni, hanno deciso di rendere nota la loro, drammatica
situazione. Due si sono cosparsi di benzina, minacciando i titolari
albanesi della Caca Fatos di Sirmione, impresa edile,
di darsi fuoco. Un terzo è salito sulla gru del cantiere, dove sono in
corso di costruzione un centinaio di appartamenti in villa, in via del
Santuario.
Sul posto sono intervenuti immediatamente i carabinieri della stazione
di stazione e la polizia locale, che hanno tentato di veder chiaro
nella vicenda e hanno tentato di interrompere in modo pacifico la
protesta, riuscendoci. I due giovani operai egiziani che si sono
cosparsi di benzina hanno desistito, ricevendo abiti puliti da alcuni
colleghi. I due titolari della Caca Fatos sono stati invece fermati sul
posto dai carabinieri. Mentre la protesta del terzo operaio, sulla gru,
è durata fino alle 12,30.
I tre fratelli hanno sostenuto a gran voce di dover ricevere cinquemila euro dall’azienda,
che ha avuto l’incarico di operare a Stezzano dall’impresa Sandrini di
Brescia, a sua volta incaricata dalla Ferretti Casa, nota
impresa bergamasca. "Da quattro mesi non riceviamo lo stipendio" hanno
continuato a ripetere davanti ai carabinieri i due fratelli che non
erano sulla gru. Al loro fianco altri operai, una decina in tutto,
egiziani, marocchini e un siciliano: anche loro vantano crediti
rispetto all’impresa dei titolari albanesi, e hanno mostrato assegni, a
loro dire, "risultati scoperti".
Dopo una trattativa piuttosto lunga, attorno alle 12,30, di fronte ai carabinieri di Stezzano,
i titolari della Caca Fatos, hanno sborsato cinquemila euro in
contanti. E l’operaio sulla gru è sceso, quasi sorridente e soddisfatto
di aver protestato. Lui e i due fratelli si sono recati in caserma,
dove i carabinieri hanno iniziato ad ascoltarli per capire meglio la
situazione.
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